Contatore sito
 
 
 

 

INCONTRI

 

BRA

17-06-2006

 

BRA - CUNEO

12-05-2007

 

SCOPELLO

08-09-2007

 

GENOVA

19-04-2008

 

BRA

20-06-2010

 

TORINO

07-05-2011

 

SCOPELLO

26-07-2011

 

MONCALVO

07-09-2012

 

BRA

18-10-2013

 

BRA

25-04-2014

 

 

Fotoalbum incontri

 

Pagina delle foto

 

Prossimo incontro

 

 

SCOPELLO 26 luglio 2011

 

Arrivando a BraL’incontro che si è svolto a Scopello, a soli circa due mesi da quello di Torino, aveva tutta l’aria di essere definito “storico”. Infatti sarebbero stati presenti tutti coloro che avevano partecipato al primo incontro del 2006. Purtroppo non è stato così.

Le assenze di Mario per la rottura di un piede e di Nino per un lutto famigliare, avvenute nei giorni appena precedenti l’incontro, non ci hanno permesso di chiamarlo con tale appellativo, ma più che altro, ci ha privato del piacere delle presenze loro e delle gentili consorti.

Questa volta il nostro incontro ha subito una variazione logistica notevole. Come giusto che sia in una “operazione di tipo militare”, sono partiti in avanscoperta Gianni ed Ernesto. Ebbene sì, il “rientro nei ranghi” di Ernesto è stato suggellato da questa “full immersion”.

La mattina del 27 luglio, ovviamente in anticipo sull’ora stabilita fissata per le ore 10, il nostro Comandante Romeo era sulla piazza del bel paesino affacciato sul Sesia e circondato da montagne, sulle quali il maestoso gruppo del Monte Rosa sembra vegliare, per attendere Bruno e Olivio che, separatamente, dovevano arrivare.Arrivando a Bra

Alle 9,45 Bruno imboccò la piazza e, come succede in ogni tanto atteso appuntamento, non si videro reciprocamente. Bruno e Marisa andarono a parcheggiare la macchina. Con una tempistica che faceva invidia alle ferrovie giapponesi, squillò il telefono di Bruno: Gianni lo avvisò che lui ed Ernesto si trovavano nell’albergo vicino al posto scelto da Romeo per il pranzo (nell’Area 51 come la chiamava  Ernesto) e che ci avrebbero atteso in quel luogo.

Bruno e Marisa si presentarono a rapporto presso la casa di Romeo, che ovviamente non c’era, aprì Marianna, la gentile e simpatica moglie di Romeo che li salutò con affetto dopo, nel suo caso, un anno che non li vedeva. Spiegò che Romeo li stava aspettando in piazza. Ritornarono quindi in piazza ed ecco finalmente Romeo.

Non era poi molto il tempo passato dall’ultimo incontro, ma come sempre accade in queste occasioni i baci e gli abbracci che sottolineano i nostri primi contatti sono veramente l’espressione di un piacere di ritrovarci. Detto piacere è assolutamente indipendente dal tempo trascorso dall’ultima volta in cui ci siamo incontrati. Questo ti fa’ sentire bene sin dal primo momento e già basterebbe a farci dire che la giornata è stata bellissima. E’ una sensazione veramente particolare e sentita in egual modo da tutti noi.Arrivando a Bra

Sorseggiando un caffè assieme a Marianna, che nel frattempo ci aveva raggiunto, presso un bar a lato della piazza e scambiando le prime impressioni sulla giornata che si andava delineando, si restò in attesa dell’arrivo di Olivio e Lilli. Olivio, poco incline a leggere le email che copiose in questi ultimi tempi, causa il famigerato Pennone della Caserma Trevisan, si riversano sulla mailing list del Secondo Sessantasei, era rimasto allo scuro del giorno e della data fissata per l’incontro. Solo una telefonata del giorno prima lo aveva scosso e, ubbidendo prontamente agli ordini del Comandante, come si addice ad un Alpino di razza, si dichiarò pronto a partire la mattina dopo.

Alle 10,25 decidemmo di chiamare Olivio per sapere dov’era. Con serafica calma ci disse in che località si trovava. Come avrebbe detto Fantozzi, il simpatico personaggio di Villaggio, “Il nostro ufficiale, distava da Scopello Arrivando a Braancora 40 Km….”

Ora tutto si può pretendere da Olivio, ma non che modifichi i suoi tempi i quali non potranno mai prescindere dalla cura dell’orto e degli animali che, molto più metodici di lui, pretendono di non essere disturbati a orari non consoni al loro stile di vita.

Al suo arrivo, alle ore 10,55, ci disse che era partito alle 8,45 da Genova confermandoci in tutta tranquillità che lui al mattino aveva bisogno dei “suoi tempi”. Restammo ancora un po’ di tempo al bar per fare riposare Olivio e poi partimmo per L’alpe Mera a 1600 mt.

La giornata, meteorologicamente parlando, che aveva già suscitato qualche apprensione nei giorni precedenti, era caratterizzata da un cielo grigio con nuvole fortunatamente abbastanza alte per permettere una vista accettabile del paesaggio, ma che purtroppo nascondevano il Monte Rosa.

Saliti sulle auto iniziammo ad inerpicarci per una strada tutta tornanti che dai 600 metri di Scopello arrivava ai 1600 di Alpe Mera.

Alpe Mera è una stazione sciistica invernale che in questa stagioneArrivando a Bra assomiglia molto ad una paese disabitato stile film di fantascienza.

In effetti i complessi residenziali e gli alberghi chiusi, alcuni definitivamente, non fanno certamente pensare ad un luogo dove il turismo sia molto fiorente, soprattutto quello estivo, che forse è poco promosso. Tutto questo complesso di residence, alberghi, seggiovie, un agriturismo e compresa una bella e vecchia chiesa sono poste al di là di una sbarra dalla quale non è possibile andare oltre. Prima della sbarra un piccolo slargo della strada è usato come parcheggio con una trentina di posti auto delimitati da strisce blu con tanto di parchimetro. Giusto in un albergo posto un centinaio di metri di dislivello dalla posizione della sbarra, avevano trovato alloggio Gianni ed Ernesto. Gli unici due ospiti dell’albergo e di tutto il comprensorio erano loro. Secondo Ernesto la situazione più che un quieto soggiorno era una scena degna di Shining. Ovviamente, tramite il nostro Comandante, Gianni era riuscito ad avere la scheda della sbarra.

Giunti alla sbarra ci stavano aspettando Gianni, Ernesto e ovviamente l’Agente Municipale che aveva l’intenzione di non farcela oltrepassare. Forse se la località fosse stata presa d’assalto dai turisti ciò avrebbe avuto senso, ma visto che eravamo gli unici…. Arrivando a BraA farla breve dopo qualche scambio di idee con Gianni l’agente si convinse e ci fece passare. La nostra meta era un piccolo agriturismo denominato Casera Bianca che si sarebbe potuto raggiungere a piedi a partire dalla sbarra in circa 15 minuti, ma visto gli acciaccati presenti andammo in auto sino nei pressi di un piccolo laghetto a cinque minuti di cammino. Ernesto, fedele al suo motto: “se c’è da camminare cerca di evitarlo” si fece venire a prendere con la Panda 4x4 dell’Agriturismo, gli altri acciaccati, sprezzanti del pericolo, tentarono la sorte raggiungendo la meta a piedi percorrendo ben due tornanti.

Va subito detto che il luogo era molto bello. Se il tempo fosse stato più clemente, regalandoci una giornata di sole e un bel cielo sereno, avremmo potuto beneficiare a pieno del magnifico panorama che circondava tale luogo. L’agriturismo, piccolo e pulito, dispone di circa una trentina di posti tavola distribuiti in due piccoli locali. Ha una stalla e vende i propri prodotti caseari, risultati essere molto buoni. Prendemmo posto nella piccola stanza con finestre che davano sulla valle. La temperatura era accettabile, anche se non ti permetteva di stare con la sola maglietta addosso.

Arrivando a BraErnesto, che ci aveva preceduto nel locale, aveva provveduto a sistemare sul tavolo segnaposti con il nome di ognuno di noi e una serie di piccole bandiere Italiane sostenute, ovviamente facendo riferimento alla nostra campagna, da un piccolo pennone. Queste bandiere erano un omaggio per i suoi commilitoni. Questo pensiero è stato da tutti noi accolto con molto piacere. Era chiaro che Ernesto stava vivendo questo “ritorno fra i ranghi” con viva emozione e, preferendo esprimerlo nei fatti più che con le parole, questo suo omaggio voleva essere il suo modo di esprimerlo. Ernesto in questi anni che non ha partecipato ai nostri incontri era il primo che aspettava i resoconti scritti sul nostro sito. Se per caso vi era un ritardo nella pubblicazione si informava subito se c’era qualcosa che non andava. Viveva gli incontri leggendone i resoconti e immaginandoseli con la fantasia. Di fatto lui era sempre presente con il cuore: esserci di nuovo fisicamente crediamo gli abbia dato una forte emozione. Arrivando a Bra

Le prime parole che dicemmo, una volta a tavola, furono quelle di dispiacere per la mancanza di Nino, Mario e le rispettive signore. In effetti la giornata sarebbe stata molto più gradevole se, una volta tanto, fossimo riusciti ad essere tutti presenti , salvo i soliti Baggini e Boero che, eterni assenti, forse potremmo rivedere solo con l’aiuto di “Chi la visto”. Va subito detto che se vi fosse stato un Maresciallo di Cucina, avrebbe avuto un encomio. Il menù comprendeva, oltre ad un vino veramente ottimo, un antipasto di salumi e formaggi fatti da loro: lardo, salame, salame di sanguinaccio e alcuni tipi formaggio accompagnati da una marmellata di peperoncino veramente ottima. Visto il posto e le condizioni meteorologiche, la Polenta concia sembrava ancora più buona di quel che già era; uno stupendo stracotto accompagnato da patate al burroArrivando a Bra e buonii dolci fatti in casa concludevano un ottimo pasto il cui suggello fu dato da svariati tipi di grappa aromatizzata. Racconti, ricordi e l’immancabile argomento della salvaguardia del pennone ci accompagnarono sino a che ci incamminammo, non senza aver acquistato i formaggi della casera, verso le nostre auto. Ovviamente Ernesto, con calma olimpica, attendeva il trasporto che questa volta fu fatto da Bruno. Raggiunte le altre auto, e fortunatamente contenti che la clemenza del tempo non ci avesse regalato uno di quei temporali che in montagna lasciano il segno, ritornammo a Scopello. Un rapido sguardo dal bellissimo ponte sul Sesia e poi ospiti a casa Anderi, dove la sua gentile signora, ci offri l’ultima sussistenza prima di intraprendere il viaggio di ritorno. In effetti ci attendevano circa 210 km essendo gli ospiti tutti di Genova. I soliti saluti di commiato e la promessa di rivederci presto con la speranza di non avere assenze forzate. Insomma, ancora una volta una bellissima giornata condita di amicizia, ricordi ed emozioni.

Una volta giunti alle nostre case restava ancora una cosa da fare per concludere degnamente la giornata. Tirare fuori le piccole bandiere che ci aveva regalato Ernesto e posizionarle in bella mostra nelle nostre case: sono, ne sia certo, non solo il ricordo di una piacevole giornata, ma anche la conferma dell’amicizia che nutriamo per lui.

 

Arrivando a Bra

 

 

Sito ottimizzato per Internet Explorer 5 o superiore

Ultimo aggiornamento 08 gennaio 2015