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SCOPELLO 8 settembre 2007

....... i miei Alpini li voglio qua

 

A differenza delle altre volte una cosa era chiara sino dal 12 maggio quando a Cuneo, in occasione dell’Adunata Nazionale, avevamo deciso che il prossimo 8 settembre Scorcio di Scopellodoveva avvenire il nuovo incontro.

Era chiaro anche il luogo e l’ora: Scopello in Valle Sesia, più precisamente in Valle Grande alle ore 11.

Come cita la canzone, siamo pronti a recarsi dal nostro "Comandante" per un nuovo incontro. Lo siamo andati a trovare nel luogo di villeggiatura dove, in compagnia della sua canna da pesca, passa il suo tempo libero a cimentarsi, con ottimi risultati, nell’”arte” della pesca.

La giornata si era prospettata ottima sino dal giorno prima della partenza quando, a parte Ernesto che per cause di forza maggiore aveva “marcato visita”, sembrava certa la presenza di Franco e Umberto solitamente “imboscati”.

A rompere l’incantesimo fu dapprima la telefonata fatta da Franco la sera prima della partenza e dopo quella di Umberto nellArrivando a Braa stessa mattinata lungo il tragitto verso Scopello che, annunciando la loro assenza, ci fece prendere atto che purtroppo ancora una volta non saremmo riusciti a rivederli. Dopo lo sconforto iniziale, facemmo buon viso a cattiva sorte decisi a passare, comunque, una bella giornata.

Il primo impatto fu l’appuntamento datoci all’uscita dall’autostrada dove arrivammo tutti quanti, pur provenendo da località diverse, nello stesso momento: “circa un ora prima dell’ora fissata!”.

Baci, abbracci e soliti convenevoli ci accompagnarono nell’attesa (non sapevamo ancora nulla) di Umberto che aveva il telefonino spento. Dopo la vana attesa Gianni, che vede sempre lontano, propone di ripartire e di aspettare il contatto di Umberto, cosa che avvenne regolarmente, durante il viaggio.

Alle ore 10,45 entrammo nella piazza di Scopello dove, il noArrivando a Brastro comandante, ci attendeva con depliants dei luoghi della valle. L’Ente Turismo deve essere ben fiera di tali villeggianti!

Il caro Romeo non si smentiva e, quale Comandante, aveva già organizzato la giornata. Altra nota lieta era la presenza di un suo “amico di canna” Brunello, che aveva anch’esso svolto il servizio militare a Bra uno o due anni dopo di noi e, di conseguenza, facente parte del gruppo a tutti gli effetti.

La giornata predisposta da Romeo iniziava con una visita al Museo Walser di Pedemonte costituito da un piccolo borgo. I Walser (dal tedesco Walliser, cioè vallesano, abitante del canton Vallese) sono una popolazione di origine germanica (Alemanni) migrata una prima volta attorno all'VIII secolo dall'area dell'attuale canton Berna nell'alto Vallese e una seconda volta, durante il XIII secolo, dall'alto Vallese in diverse zone di Italia, Svizzera, Liechtenstein e Austria.

In Italia comunità walser sono presenti in Piemonte (in Valsesia e nell'Ossola) e in Val d'Aosta (nella Arrivando a Bravalle del Lys e nella val d'Ayas). Si deve dire che la giornata è cominciata proprio bene, l’incantevole borgo meritava una visita. Olivio ha comprato un libro sulla storia dei walser scritto dal Parroco di Alagna e Romeo gli ha proposto di farselo firmare. Siamo andati ad Alagna e Olivio, accompagnato da Brunello, si è recato a cercare il Parroco. Mentre rimanevano bloccati per un battesimo in corso, approfittavamo per prendersi un aperitivo nel bar vicino alla bella chiesa. Ritornati Olivio e Brunello si aggregavano a noi. Romeo diceva che eravamo in ritardo in quanto Rassa, località in cui aveva prenotato il pranzo non era proprio a vicina. Siamo partiti ma non abbiamo potuto fare a meno di fermarci presso un caseificio locale dove Gianni e Bruno hanno voluto portare a casa i sapori del posto personificati da due mezze tome. Purtroppo non si poteva acquistare anche l’ottimo burro poiché si sarebbe squagliato Arrivando a Brarimanendo in macchina al caldo, tortura che comunque abbiamo fatto fare alle tome. Passiamo il bellissimo paesino di Rassa, caratterizzato da un caratteristico ponte romano che ci regalava un ottimo scorcio del piccolo paese. Si inerpichiamo su di una strada in forte salita con fondo in cemento onde evitare di essere rovinata dai rivoli e dal ghiaccio che, in stagione invernale deve essere una costante di queste valli. Ad un certo punto facciamo ancora un poco di strada sterrata e Romeo dice che si parcheggia qui. In effetti la strada finisce ma non si vedono ne ristoranti ne case attorno. Strano, pensiamo noi, un poco dubbiosi ma ecco che in pochi secondi tutto si chiarisce. Romeo, facendoci tornare indietro di quarant’anni e assumendo il suo ruolo, disse: - adesso si va a piedi -.

Davanti a noi una magnifica carrareccia lastricata di pietre inframmezzate da erba verdissima ci portava entro la bellissima e verde val Sorba, una delle due valli che iniziano presso il paArrivando a Braesino di Rassa. Penna sul cappello e ordine di marcia in fila indiana, hanno sicuramente risvegliato tanti vecchi ricordi. Seguivamo l’itinerario n° 51 che da Rassa m. 917, sale sino al Colle del Loo a m. 2452 passando per vari alpeggi.

Proprio nel primo di questi alpeggi, l’Alpe Campello, una baita è stata riattata e trasformata in ristorante, più precisamente Ristorante Heidi, meta scelta dal nostro comandante per il “rancio”. Il cammino non era lungo, una semplice camminata di dieci minuti ma che ci aveva preso alla sprovvista e che per noi, gente di pianura e di mare, con sulle spalle trent’anni di differenza e sulla pancia venticinque chili di abbondanza, i 1.093 m. di altitudine della baita  equivalevano ai 4.554 della Capanna Margherita. Quando il fiato e i battiti galoppanti del cuore lo permisero, potemmo finalmente esprimere parole di soddisfazione nell’ammirare il magnifico e caratteristico luogo dove eravamo giunti. Fortunatamente potevamo finalmente sederci  per fare riposare le nostre stanche membra poco abituate, si sa, “la vecchia è stanca”.

Il locale era veramente caratteristico e accogliente, entravi in quella baita e ti dava la sensazione di essere giunti in un rifugio alpino dopo una lunga escursione. Romeo continuava a dire che era un posto alla buona quasi avesse commesso chissà quale leggerezza. Potevamo girarne dei ristoranti, ma credo che meglio di quello nessun altro sarebbe stato più in sintonia con il momento e più consono all'incontro di vecchi Alpini. Una lunga tavola e delle panche ci attendeva per far dare sfogo ai nostri bisogni alimentari.Arrivando a Bra

Finalmente iniziava la battaglia!

Fummo subito assaliti dai numerosi e ottimi antipasti e definitivamente soverchiati dalla polenta accompagnata da Cervo, Maiale, Salcicce e spezzatini vari veramente ottimi accompagnati da un buon vinello. Mai sconfitta fu più gradita. Inutile dire che i complimenti a Romeo per la sua felice scelta del posto si sprecavano.

Si sa a tavola non si invecchia e noi, ovviamente, abbiamo certamente riguadagnato qualche anno ricordando i tempi passati ma, a differenza del primo incontro, non con la nostalgia della passata gioventù, ma per il piacere di ricordare ciò che ci accomuna e ritessere quel filo che ci lega strettamente molto più di quello che avremmo potuto immaginare. Persino i racconti personali che non hanno nulla a che fare con il servizio militare svolto, sembrano patrimonio di tutti. I fatti di pesca di Romeo non sono più solamente suoi ricordi, ognuno di noi in cuor suo, pescatore o meno, tira su quella trota o salta su quella pietra del fiume. Questo è molto bello.Arrivando a Bra

Finito il pranzo ci siamo accomodati fuori per dare soddisfazione anche agli occhi e non soltanto allo stomaco. In effetti il luogo era stupendo e anche il tempo ci aveva dato una mano per rendere ancora più bella questa nostra giornata.

Abbiamo passato ancora un pò di tempo a raccontare e a raccontarci, bere l'ultimo grappino e fare l'immancabile foto ricordo simbolo della giornata. A questo punto giù a ritroso su quella bella carrareccia che ci portava al parcheggio.

Ovviamente, visto che il ristorante si chiamava Heidi, per non smentire la canzone del cartone animato cara ai nostri figli, le caprette hanno pensato di uscire fuori per confermare quel famoso: "...le caprette ti fanno ciao... . Ci siamo dunque recati  a recuperare quelle auto che avevamo lasciato a valle.

Il nostro comandante aveva in serbo ancora un ultimo scorcio di programma: la visita all'Alpe Mera.

L'Alpe di Mera è una piccola frazione del comune di Scopello in Alta Valsesia a circa 1600 s.l.m. conosciuta specialmente per i suoi impianti sciistici. Purtroppo Bruno aveva lasciato a casa qualche problema di salute dei propri suoceri e avrebbe voluto ritornare ad un ora decente. Prendendo la palla al balzo anche gli altri avevano qualche perplessità e così, suo malgrado, Romeo ha dovuto interrompere il programma predisposto.

Siamo consapevoli di aver perso qualcosa di bello da vedere, e se leggiamo ciò che la Pro Loco di Alpe Mera scrive, ne siamo certi:Arrivando a Bra

“C’era una volta un paesino nell’alta Valsesia adagiato su un balcone di verde tenerissimo, colorato da fiori sgargianti e contornato da boschi abitati da dolci fate invisibili. Lassù albe e tramonti erano sempre infuocati e la gente viveva felice e tranquilla perché le fate vegliavano attente sulla loro serenità. Le ricchezze di quel paesino erano la pace, la bellezza del suo panorama e i suoi inverni fatti di silenzio assoluto e splendente candore, dove tutto si fondeva in un paesaggio magico. Quel paesino esiste ancora oggi e si chiama Mera; forse le fate non ci sono più, ma a difendere la tranquillità dei suoi abitanti ci pensa il Monte Rosa, che tutte le mattine illumina di rosa il cielo incantato di Mera.”

Non c'era dubbio che Romeo avesse lasciato questo come ciliegina sulla torta. Sarà per un'altra volta.

A questo punto Romeo ci invitò a concludere la giornata prendendo un caffè a casa sua. A fare gli onori di casa ci aspettava la Signora Anderi che ci preparò un ottimo caffè e un delizioso liquore da lei confezionato. La casArrivando a Braa aveva il sapore di un museo. Quadri di avi e diplomi delle medaglie del nostro Comandante, facevano bella mostra di se alle pareti. Romeo tirò fuori varie fotografie e anche qualcuno di noi ebbe modo di riconoscersi in esse. Romeo potrebbe essere un archivista di eccezione.

Ancora un pò di tempo passato assieme e poi il ritorno alle nostre case, non senza prima darci l'arrivederci al prossimo incontro.

Abbiamo scoperto che forse non potremmo fare a meno di questi incontri perchè quello che conta non è dove si andrà a mangiare o se il tempo sarà bello o brutto, quello che conta è ritrovarci tra amici che non si sono neanche accorti che sono passati così tanti anni da quando si trovavano assieme, quello che conta è aver avuto la certezza che il nostro Comandante era qualcosa di più per tutti noi, e anche quella semplice raccomandazione: - mi raccomando non correre - nel momento del saluto, ce lo faceva capire.

 

Arrivando a Bra

 

 

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Ultimo aggiornamento 08 gennaio 2015