Ciao Mario,
nonostante si sapesse della tua malattia, nessuno si
aspettava che il suo decorso accelerasse i suoi tempi in
modo così veloce e inesorabile.
Tutti, e non solo noi, sappiamo che le traversie passate
in questi ultimi anni hanno minato profondamente il tuo
fisico.
Purtroppo l’animo umano nasconde ancora risvolti di
cattiveria che molte volte lasciano il segno. Sì, Mario,
eri un personaggio scomodo: impegnato socialmente,
disponibile verso la tua comunità, sempre pronto ad
aiutare gli altri, onesto e sincero. Noi diremmo un vero
Alpino, ma in questo modo restringeremmo troppo la tua
grandezza d’animo.
Non potendo combatterti sul piano politico hanno tentato
di sconfiggerti dal punto di vista etico e morale. Forse
è stato fatto un calcolo errato perché la tua onestà
doveva per forza avere ragione su qualunque calunnia. E
così è accaduto. Se l’epilogo di questa triste vicenda
ha avuto l’esito di rafforzare, se ciò fosse ancora
possibile, le tue splendide doti di onestà, altruismo e
correttezza, hanno anche lasciato nel tuo fisico segni
indelebili che ti hanno portato su una via senza
ritorno.
Noi del Secondo Sessantasei sapevamo che eri un vero
“cavallo di razza”, ma durante la cerimonia per il tuo
addio abbiamo avuto modo di sentire ancor più esaltare
la tua umana bellezza.
In una chiesa gremita sono state molte le persone che
hanno voluto prendere la parola per esprimerti chi la
propria ammirazione e chi il loro grazie per ciò che sei
stato a livello personale e per la comunità tutta. In
questa corsa nell’esprimerti il loro rispetto, vi erano
persone di varie età. Sei stato un vero amico per tutti,
ma ciò che più ci ha colpito sono state le parole di un
giovane che, oltre a fare di te quasi un idolo, ha
voluto riconoscerti persino come il nonno che non aveva
mai conosciuto. Una manifestazione che va oltre
l’amicizia che sfocia nell’ammirazione e si insinua
nelle vie di un amore quasi figliare che, chi ti è
veramente figlio, ben conosce.
Questo era Mario. Anzi, questo è Mario. Vogliamo parlare
al presente perché sappiamo che sarà sempre tra noi e
nei nostri cuori con il suo inconfondibile sorriso.
Per questo abbiamo capito che, dopo un primo momento di
sconforto, non dobbiamo essere tristi perché hai
allungato il passo sul sentiero, ma essere felici e
ringraziarti per aver avuto la possibilità di essere
stati, anche se solo per un breve periodo, tuoi compagni
di viaggio in questa vita.
Ciao Mario, ancora grazie.
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