Il valore Alpino è senza dubbio tra le cose più conosciute ed
anche noi abbiamo voluto mostrarlo vincendo la nostra
“battaglia”, quella per il mantenimento del Pennone nella ex
Caserma Trevisan.
Sono passati due anni da quando era stata lanciata l’
“Operazione Pennone”. Guardando la vecchia Trevisan, abbandonata
e fatiscente, ci sembrava impossibile che anche se prossima ad
una ristrutturazione si perdesse il ricordo di ciò che era stata
per molti giovani. Oltre ad avere un indiscusso valore storico
per il Corpo degli Alpini era per noi, che vi avevamo fatto
servizio o che vi fossimo diventati Alpini, una cosa speciale da
non poter lasciare all’oblio.
Quel pennone in fondo al cortile era l’unica cosa che ricordava
a chi lanciava lo sguardo oltre le sbarre del cancello il suo
passato quale Caserma. Ecco chi poteva essere il testimone da
lasciare alle nuove generazioni.
Sotto quel pennone vi sfilarono migliaia di ragazzi: quelli
partiti e mai più ritornati dai campi di battaglia; quelli che
cercarono di difendere la libertà negata durante il periodo più
buio della nostra storia; quelli che vi svolsero il loro dovere
costituzionale di cittadini.
Era chiaro in noi che non poteva essere abbattuto quel simbolo
per lasciare posto ad un’aiola o ad una fredda rampa di box.
Sarebbe stata inaccettabile per tutti quei ragazzi.
Bene, se è vero che Alpini si resta per tutta la vita, allora
avevamo ancora un dovere da compiere, un ordine da eseguire:
“SALVARE IL PENNONE”. Questa la nostra missione.
Fu così che si iniziò a parlarne e fu così che in primo luogo ci
rivolgemmo al Gruppo A.N.A di Bra perché appoggiasse il nostro
desiderio o meglio la nostra decisa volontà di mantenere un
segno tangibile di ciò che la Caserma e Bra avevano significato
per così tante persone.
L’Operazione Pennone ebbe dunque il suo inizio. Ci facemmo
sentire sul web, sulla stampa quotidiana e sul periodico
ufficiale dell’A.N.A., ma il nostro interlocutore istituzionale
era il Comune di Bra al quale rivolgemmo la richiesta di poter
rendere fattibile il nostro intento.
Esistevano difficoltà che nascevano dalla situazione della ex
Trevisan ormai diventata quasi un condominio per le varietà
delle proprietà e di assegnatari presenti. Certo non era cosa
facile, ma sin da subito si capì che l’Amministrazione Comunale,
nella persona della Signora Sindaco Bruna Sibille, era ben
disposta nel cercare di risolvere positivamente la questione e
iniziò a lavorare assieme all’Ingegner Guido Gaia, consigliere
con delega alle associazioni d’arma.
Mai binomio fu più azzeccato.
Tramite Nino Terreno che era presente sul territorio, vi è
sempre stato un costante dialogo con reciproci scambi di idee.
Proprio per questo tipo di approccio al problema e per il
sincero impegno dimostrato dall’Ing. Gaia per trovare soluzioni
condivise, abbiamo voluto fargli pervenire a mezzo lettera il
nostro ringraziamento.
Queste sono state le premesse che hanno salvato il Pennone.
Il 18 ottobre abbiamo voluto incontrare la Signora Sindaco per
esprimere la nostra gratitudine e il nostro compiacimento per il
risultato raggiunto.
Alle ore 11,30 varcavamo la soglia del Comune per essere
ricevuti. Ad attenderci vi era la Signora Sindaco e l’Ing. Gaia.
La nostra folta delegazione di ben 14 persone, pardon, Alpini,
in quel momento sentiva di rappresentare quei tanti Alpini che
ci avevano fatto sapere di esserci a fianco inviando
testimonianze scritte e foto scattate sotto il Pennone. Il
Colonnello Anderi, a nome di tutti, ha consegnato alla Signora
Sindaco un “Attestato di Stima” per esprimere il nostro più
sincero ringraziamento per l’impegno e la sensibilità avuta nel
raggiungere l’obiettivo in modo positivo. L’incontro non ha mai
avuto un carattere formale ed ha assunto quello della
chiacchierata tra vecchi amici. Abbiamo capito innanzi tutto due
cose, le difficoltà avute e la volontà di superarle.
Il Pennone, va subito detto, non può essere solamente mantenuto,
ma deve essere demolito e spostato in altra posizione. Infatti
una rampa di accesso, progettata dal costruttore del “Borgo
Trevisan”, prenderà il suo posto. Ovviamente lo spostamento non
era così semplice perché si andava ad invadere superfici di
altri soggetti. Va subito detto che un posticino in quota
Comunale si sarebbe anche potuto trovare, ma non sarebbe stato
adeguato a ciò che doveva rappresentare. Dunque lo sforzo era
diretto non solo alla semplice sistemazione, ma a cercare una
posizione più soddisfacente e consona a ciò che doveva
rappresentare. Nonostante le difficoltà che tale ricollocazione
presentava, la nostra interlocutrice era riuscita con le proprie
capacità e la propria determinazione a raggiungere lo scopo che
si era prefissata. Era dunque il turno dell’Ing. Gaia che spiegò
tecnicamente dove il Pennone avrebbe avuto la sua collocazione
e, data l’impossibilità di ricostruire in tal luogo l’imponente
struttura, quale poteva essere la sua nuova fisionomia. In tutto
questo mai tali esplicitazione ebbero il senso di cose ormai
decise, ma era sempre presente la disponibilità a trovare altre
eventuali soluzioni. Insomma ciò che stava a cuore a noi era
vissuto da loro alla stessa stregua. Non era più solamente un
nostro obiettivo, bensì quello di tutti quanti. Traspariva il
desiderio di una città che voleva rimarcare, se mai ve ne fosse
stato bisogno, la sua vocazione alpina.
Il nostro auspicio di non vedere sparire il ricordo di ciò era
stata la ex caserma, non solo era stato capito e recepito, ma
ampliato con un’altra iniziativa altrettanto importante e bella
che fa onore all’Amministrazione.
A Bra i luoghi a carattere militare erano stati molti: caserme,
magazzini, piazza d’armi. L’insieme di tali strutture era sempre
stato chiamato dagli abitanti del luogo “ ’l quartè “. Tali
siti, come sta avvenendo per la ex caserma Trevisan, sono stati
nel tempo ristrutturati evitando ciò che è successo in molte ex
caserme in giro per l’Italia, ormai ridotte a ruderi e
abbandonate se non addirittura demolite, senza neanche
provvedere all’uso degli spazi risultanti da tali demolizioni.
A Bra si è voluto invece riutilizzare a favore della comunità
queste strutture, eseguendo ristrutturazioni che sono oggi sede
di scuole, auditorium, palestra, sedi di Banda Comunale, della
Croce Rossa, impianti sportivi, magazzini comunali, ecc. Le
strutture principali che contengono tutto ciò sono le ex caserme
Guala, Cavalli, Pelizzari e la Piazza d’Armi. Per evitare che
ciò che erano state fosse dimenticato, e in questo abbiamo la
presunzione di avere contribuito a porre questo dubbio,
l’Amministrazione ha fatto costruire degli apposite targhe che
andranno poste nelle strutture stesse ricordandone la loro
origine e creando così il “Percorso delle Caserme” che sarà
inaugurato in occasione delle celebrazioni del 4 novembre.
Bravi!
E’ stato durante la chiacchierata, perché così si è trasformato
l’incontro, che abbiamo capito molte cose. La “nostra” Signora
Sindaco è figlia di Alpino! Questo svela due cose: l’apparire a
raduni e manifestazioni alpine con il cappello (quello del
padre) e ciò che lo stesso gli ha dato in eredità cioè i Valori
Alpini che ha dimostrato di aver assimilato in modo saldo e
fiero. La stessa Sindaco ha voluto farci partecipi di due
episodi che sono stati per lei importantissimi e avvenuti nella
sua passata carica di assessore regionale. Uno riguarda
l’Adunata Nazionale di Torino per la quale si spese molto anche
con l’allora Presidente Nazionale dell’A.N.A. Corrado Perona,
dando un contributo sostanziale per il suo svolgimento a Torino.
L’altro episodio che ha definito estremamente emozionante era
quello avvenuto all’apertura delle Olimpiadi Invernali dove ebbe
l’onore di consegnare il Tricolore alla Pattuglia di Alpini per
l’Alzabandiera Ufficiale.
Dai suoi occhi si è capito quanto il ricordo la emozionava e al
tempo stesso è stato chiaro per tutti noi che il nostro
desiderio era anche il suo.
Non avremmo potuto cadere in mani migliori: “Grazie Bruna”, tuo
Padre sarebbe fiero di te.
Certamente in questo momento si è concluso l’iter che permetterà
al pennone di essere installato in nuova ubicazione. Per quanto
riguarda il suo collocamento fisico dovremo ancora aspettare, in
quanto non si è in grado di quantificare i tempi legati al
lavoro dell’impresa che sta ristrutturando l’edifico. E’ anche
vero, però, che l’amministrazione ci terrebbe a riuscire ad
inaugurare il pennone prima della fine del suo mandato. Ciò è
giustamente comprensibile visto l’impegno profuso per la sua
sistemazione definitiva.
Non possiamo ancora prevedere quando, ma siamo certi che per la
data dell’inaugurazione e dell’Alzabandiera ufficiale
cercheremo, con gli amici del Gruppo di Bra e l’Amministrazione
stessa, di organizzare una cerimonia che sia all’altezza
dell’evento e che, se possibile, possa essere una giornata di
festa dedicata al ricordo degli Alpini che a Bra hanno avuto il
loro battesimo.
E’ nostro dovere ringraziare tutti coloro che ci sono stati
vicini inviando le vecchie foto o gli scritti o che comunque,
anche in modo personale a tanti di noi, hanno voluto manifestare
la loro vicinanza e incitamento a svolgere questa missione che
con orgoglio possiamo dichiarare positivamente conclusa.
Grazie “Ragazzi”!
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