La mia favola

 

Vi racconterò  un episodio accadutomi che sembra una favola e che invece è realtà.

Normalmente in questa rubrica vengono riportati i ricordi direttamente riferiti al periodo di naja che ci ha accompagnato nella nostra giovinezza. Questo episodio non è propriamente così. In effetti inizia in quel periodo, ma si è sviluppato fino ad arrivare ai nostri giorni. Andiamo con ordine.

Mi congedai, terminando il mio periodo di leva presso il 5 Rgt. Artiglieria da Montagna alla Caserma Cesare Battisti di Merano, nel dicembre del 1967. Salutammo nel piazzale della caserma i nostri Ufficiali e Sottoufficiali. Il nostro Capitano, Ferdinando Minniti, ci salutò uno ad uno confermando, anche se non ve ne era bisogno, la nostra convinzione che fosse una persona veramente speciale, al quale tutti noi eravamo particolarmente  legati da grande stima e affetto derivanti dalla sua grande umanità.

Io, in modo particolare, ero molto legato alla sua persona poiché avevo trascorso al suo comando, e a stretto contatto, i dodici mesi di Reggimento. Anche in quel frangente ebbe per me parole di gratitudine e di incitamento per il proseguo nella vita civile. Nel momento del congedo, quando un insieme di emozioni e di sentimenti si accavallano, passando dalla gioia per il ritorno a casa alla tristezza per lasciare amici con i quali hai passato un periodo della tua giovinezza e con i quali avevi condiviso non solo momenti di spensieratezza, ma anche momenti tristi, duri e non per ultimo la fatica dello zaino, mi resi conto che tra le cose e le persone che avrei ricordato con nostalgia il Capitano Minniti avrebbe certamente avuto un posto speciale nella mia mente.

Ebbi la fortuna di rivederlo nel 1970 durante il raduno degli Alpini a Brescia. Il Capitano Minniti comandava il plotone d'onore che accompagnava la bandiera alla sfilata.

Non nascondo che l’emozione nel rivederlo fu forte. Il giorno seguente mi recai alla stazione di Brescia e lo aspettai. Lo rividi con gioia e gli presentai la mia fidanzata, promettendogli che ci saremmo recati a Merano appena possibile per poterci rivedere.

Purtroppo passarono altri tre anni. Nel 1973, pochi giorni dopo il nostro matrimonio, io e mia moglie ci recammo a Merano. Erano i primi giorni di giugno e noi, con i nostri confetti ci presentammo in caserma. L'ufficiale di picchetto ci fece insolitamente accomodare nel salottino del Circolo Ufficiali. L’atmosfera era un po’ surreale. Ci fecero parecchie domande, che a dire il vero mi lasciarono perplesso, e alla fine, dopo aver accertato il motivo della nostra visita, ci dissero che purtroppo il Capitano Minniti era deceduto quattro giorni prima a Perugia e che proprio in quel giorno si ufficiava il funerale.

Inutile dire quanto questa notizia mi colpì e mi rattristò. Come spesso succede in questi frangenti ti senti un po’ responsabile e ti rammarichi per non avere trovato tempo in precedenza per fargli visita.

Sono passati molti anni da quel lontano 1973 e molte volte ho fatto ricerche in internet, nei vari siti alpini e contattato persone che potevano avere avuto contatti con lui. Mi avrebbe fatto piacere riparlare con chi lo aveva conosciuto per ricordarlo, ma purtroppo rimasi senza riscontri.

Quest'anno a luglio, così per caso, digito nuovamente “Capitano Ferdinando Minniti” e con mia grande sorpresa mi appare un filmato su “you tube”. Uno scorrere di fotografie alla sua memoria che mi lasciò senza parole e mi fece rivivere con emozione alcuni momenti della mia giovinezza. Il filmato era stato messo online dal figlio in ricordo, come cita testualmente, della sua “figura di Uomo, di militare, di marito e di padre”. Tale filmato era stato fatto in occasione del 35° anniversario della morte nel maggio del 2008 e caricato qualche tempo fa in memoria del padre e della madre, anche lei scomparsa nel dicembre 2010.

Sentivo che dovevo cercare di contattare il figlio. Dopo una breve ricerca ne rintracciai l’indirizzo email e gli scrissi ricordando ancora suo padre con grande affetto dopo 38 anni dalla scomparsa.

Naturalmente gli indicai i miei dati chiedendomi: “ chissà se avrò risposta?”. Passarono solamente 15 minuti ed ebbi la risposta alla mia domanda. Squillò il telefono e con mia grande sorpresa  sentii la voce del figlio che con grande commozione mi disse che se sua madre, fosse stata ancora viva, avrebbe voluto partire da Merano per venirci a prendere e portarci da lei. Mia madre disse Mauro, questo è il suo nome, vi ha cercato e ricordato per 37 anni. Non si è data pace perché non ha mai saputo chi fossero quelle due persone che vennero in caserma quel giorno a trovare papà.

Il 9 agosto, dopo varie telefonate, ci siamo finalmente incontrati a Merano. Inutile dire che è stata una giornata di grande emozione, per me, mia moglie e per il figlio Mauro che ci presentò alla sua famiglia e, grazie alle sue conoscenze, abbiamo potuto visitare la mia ex caserma: la Cesare Battisti.

Siamo stati ricevuti dal Colonnello Comandante del 24 Rgt. Alpini, il quale mi ha fatto mille domande su come era il servizio di leva ai miei tempi e poi accompagnati in visita dal Tenente Colonnello, Vice Comandante del Reggimento, abbiamo rivisto gli interni, le nostre vecchie camerate ( modificate ma non troppo ) e giù fino alle scuderie che ospitavano i muli e poi allo spaccio dove ci attendeva un ottimo aperitivo di benvenuto offerto dal Reggimento. Allo spaccio abbiamo trascorso una buona ora in compagnia del Cappellano Militare e del Ten. Colonnello responsabile della sicurezza e dei servizi. Abbiamo  avuto l'onore di conoscere degli alti Ufficiali che ci hanno ricevuto con semplicità, cordialità e viva simpatia.  Mi hanno anche posto diverse domande su come era la caserma  per conoscere i dislocamenti dell’epoca, in quanto non ne avevano memoria storica. Io come messo piede all'interno mi sono ricordato tutto come se fossi uscito il giorno prima.

Purtroppo tutto verrà demolito entro due anni: 50 ettari di terreno passeranno alla provincia di Bolzano e verranno costruite palazzine di edilizia popolare di nuova generazione e diversi  alloggi per militari.

All’interno delle caserme Battisti e Rossi vi sono due cappelle che ne seguiranno la sorte. Due splendide chiesette oramai in avanzato stato di degrado che sarebbe invece importante ristrutturare e salvaguardare lasciandole nei parchi a ricordo di quanto è stato per Merano la presenza del  5° Reggimento Alpini e Artiglieria da Montagna e il 24° Reggimento Alpini.

Proprio dal  24° Rgt. un  contingente partirà per l'Afganistan il 12 settembre. Salutando cordialmente il Ten. Colonnello, che partirà con loro e rientrerà fra sei mesi, mi sono sentito in dovere di abbracciarlo e dire " ragazzi, tornate tutti interi ".

Questa è quella che io reputo la mia favola che, visto le emozioni che mi ha procurato, auguro con tutto il cuore di poter vivere una esperienza simile a tutti voi.

 

Valter Finulli