Appunti disordinati |
"Alla caserma "Trevisan" di Bra si sta bene. C'è un'ottima cucina!!" Era quella, nell'Aprile 1966, la prima volta in vita mia che sentivo parlare di Bra, e chi diceva quelle parole non era La Guida ai Ristoranti d'Italia del Gambero Rosso, ma un "generale 2 stelle", amico di famiglia, al quale mia madre si era rivolta "disperata" perchè il suo "bambino" e cioè io, alla tenera età di 25 anni, e dopo aver cercato in tutti i modi di ritardare la partenza per motivi di studio (Università) aveva ricevuto la fatidica "cartolina gialla" che mi imponeva di presentarmi nella succitata caserma il 15 Giugno 1966 dopo aver espletato il mio diritto di voto e quindi una diecina di giorni dopo la data imposta a tutti i miei commilitoni per iniziare a servire la Patria. Il piano era semplicissimo: dopo aver fatto il CAR si sarebbe trovato il modo di farmi tornare a Genova e svolgere il mio Servizio Militare o al Distretto Militare di Genova, oppure presso l'Ospedale Militare, sempre di Genova, meglio di così.... non mi poteva certo andare. Ho già narrato del mio arrivo solitario di notte in caserma a Bra e la prima voce "militare" che ho ascoltato è stata quella del Capoposto CM Gianni Carrea, di Genova che dietro il pesante portone chiuso della caserma ha "abbaiato" nel più classico dei modi uno stentoreo "Chi va là" al quale con un groppo in gola e con un filo di voce ho risposto: "Reclute del 2°/66!!!" per poi ammutolire penosamente quando, con un pizzico di bonario sadismo ben dissimulato da un tono burbero e severo il buon Carrea ha ribattuto: "Parola d'ordine!!!!" La mia naja è iniziata così..... va da sé che poi non è andata come avevo in un primo tempo programmato.... dopo aver fatto il CAR e dopo aver fatto il Corso Allievi Graduati nella caserma S. ROCCO di Cuneo (ve lo ricordate il "tremendo" Capitano Fonio?) insieme a Gianni Parodi, Franco Boero, Mario Piovesan, Nino Terreno e Umberto Baggini, una volta ottenuto il famigerato "cordone verde" da Istruttore e una volta che avevamo tutti e 6 avuto come destinazione finale quella Compagnia Saluzzo che 4 mesi prima ci aveva trasformato da borghesi in militari, devo dirvi la verità, non me la sono sentita di "lasciarli" soli in caserma. Se me ne fossi andato, mi sarei sentito un vigliacco, un traditore nei loro confronti e ciò non potevo tollerarlo.....e poi ...lo ammetto......la vita militare mi piaceva da morire..... Ho preferito quindi, nonostante le preghiere e le suppliche di mia madre, fare ciò che, senza alcuna retorica, consideravo il mio dovere, mi piaceva moltissimo fare e continuare nel contempo a gustare, fino alla fine della Naja, l'ottima cucina della Caserma Trevisan raccomandata addirittura dai Generali!!!!!
Quelle ronde armate attorno alla caserma..... Già nel 1966 si sentivano le prime "anticipazioni" di quel malessere che poi è stato uno dei periodi più oscuri della nostra Italia: alludo a quel 1968 che, per usare un giro di parole elegante, ha gettato nel casino più nero la nostra patria: furti, attentati, omicidi, violenze, proteste, "rivoluzioni" erano all'ordine del giorno. Evidentemente la nostra Caserma Trevisan, era stata inclusa nell'elenco degli "obiettivi sensibili" visto che un bel giorno (nel Gennaio 1966) il Comando di Cuneo ha istituito un Servizio di sorveglianza armata notturno attorno al perimetro della caserma. La ronda era formata da un sergente armato di pistola (carica) e due graduati armati di Garand (scarico) senza il "pacchetto" di cartucce. O meglio il pacchetto c'era, ma era tenuto dal sergente che, all'occorrenza, l'avrebbe dato ai due caporali per poter sparare e difendersi da eventuali malfattori o banditi male intenzionati. Il problema ahimè era solo teoricamente risolto, in quanto il succitato pacchetto di munizioni, per evitare che facessimo del male a noi e agli altri, era completamente avvolto con un nastro adesivo Scotch che dovevamo levare per poter caricare il nostro fucile. Tale operazione era tutt'altro che facile e veloce da fare......soprattutto con i guanti di lana.... I nostri "nemici", a loro volta, erano banditi, malfattori, guerriglieri armati e pronti a far fuoco. In caso avessimo avuto qualche contatto con costoro, prima che noi avessimo intimato il classico "Alt! Chi va la?" e quindi caricato il fucile per poterci difendere, dovevamo levare quel maledetto nastro adesivo. Tutto ciò ci poneva nell' antipatica quanto fastidiosa sensazione che, se le cose si fossero rivolte al peggio, probabilmente a rimetterci saremmo stati noi il cui potere offensivo era limitato all'uso della baionetta innestata sul fucile e alla Beretta calibro 9 del Capo Ronda! Perchè ho detto tutto questo? Perchè forse è l'unico neo della mia Naja!
Caporale di Giornata Quando ero di servizio la mia giornata iniziava esattamente 15 minuti prima della giornata delle reclute. Uno dei miei compiti era quello di dare la sveglia: dovevo andare in fureria, accendere la stufa (rigorosamente a legna) accendere gli amplificatori in tutte le camerate della Compagnia Saluzzo , accendere il giradischi e poi alle 06:30 in punto diffondere nella gelida aria delle camerate (non c'era riscaldamento nelle camerate e al mattino d'inverno, spesso e volentieri c'era almeno un dito di ghiaccio sulla parte interna dei vetri delle finestre!) le note gracchianti di una tromba che suonava appunto "la sveglia" che le reclute ben presto imparavano a "cantare" con le parole: "la sveglia alla mattina è un rompimento di cogl...n." . Una mattina ebbi un'idea: visto che lo scopo della sveglia era quella appunto di svegliare le reclute, perchè non utilizzare una musica più adatta, più dinamica e che avesse sulle reclute un effetto più stimolante? Misi quindi sul giradischi il brano: "Vorrei la pelle nera" cantato dall'allora famoso Nino Ferrer, alzai il volume e via!!! Le note di un rock scatenato riempirono le camerate tirando giù dal letto le reclute che stupefatte e incredule di quello che stava succedendo si svegliarono in un baleno!! Subito dopo la sveglia passai nelle camerate per prendere i nomi di chi marcava visita e Vi assicuro che non ho mai visto tanti visi sorridenti intorno a me a quell'ora del mattino! Per alcune ulteriori volte ho anche trasmesso "Tutti Frutti" in alternativa alla Pelle Nera, ma poi, quando le reclute cominciarono a richiedere le canzoni da mandare in onda ed essendo inoltre arrivata alle altre Compagnie (la Susa, l'Aosta e la Comando) la notizia delle nostre sveglie "rock", per evitare che la Caserma, anche se solamente alle 06:30 del mattino assomigliasse in maniera troppo poco marziale a una discoteca, ho smesso di fare il DJ del mattino e siamo ritornati ai consueti e tradizionali squilli di tromba! Un altro compito del Caporale di Giornata, molto meno piacevole di quello di dare la sveglia al mattino, era quello di controllare i gabinetti col doppio scopo di salvaguardare la moralità delle reclute e poi di intervenire in caso si riscontrasse qualcosa di non funzionante o qualche rottura. Una mattina mentre ispezionavo una latrina, mi sono trovato davanti a uno spettacolo incredibile, che mi ha spinto ad andare a chiamare l'Ufficiale di Giornata per fare constatare anche a lui la stranezza di quanto appariva ai nostri occhi. come qualcosa ai confini della realtà. Tutti voi ricorderete che i gabinetti della Naja erano "alla turca" il che rendeva il fatto ancora più incredibile: infatti, qualcuno, infischiandosene allegramente dell'implacabile Legge di Newton, era riuscito a fare il suo "bisogno" sulla parete assolutamente verticale della struttura ed era rimasta lì, solidamente abbarbicata alla parete, a circa un metro d'altezza da terra, come un rocciatore sulla parete del Cervino.
Ernesto
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