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Cambio alla Brigata Alpina
Taurinense
Data: 4 settembre 2013
Ieri mattina, 5 settembre 2013, il Generale Dario
Ranieri ha ceduto il Comando della Brigata alpina “Taurinense”
al Generale Massimo Panizzi, al termine di una cerimonia
svoltasi presso la caserma “Monte Grappa”.
Nel periodo trascorso sotto la guida del generale
Ranieri, la “Taurinense” è stata schierata per oltre sei mesi in
Afghanistan, dove ha fornito un contributo importante al
processo di transizione della responsabilità del Paese alle
Autorità e alle forze di sicurezza locali.
Sempre in ambito internazionale, è stata
sviluppata la partnership tra la Brigata e la 27^ Brigata degli
“Chasseurs des Alpes” francesi, che porterà in futuro alla
costituzione di un Comando Brigata non permanente
italo-francese.
Sul territorio nazionale, la “Taurinense” ha
proseguito le Operazioni “Strade Sicure” e “Gran Sasso”, al
fianco delle Forze dell’Ordine, mentre gli specialisti del Genio
della Brigata sono stati impegnati nella neutralizzazione di
decine di residuati bellici in tutto il nord-ovest d’Italia,
conducendo anche una campagna di prevenzione in alcune scuole
della provincia di Torino.
Alla cerimonia, nel corso della quale sono stati
ricordati i Caduti in tempo di guerra e di pace, ha presenziato
il Generale Alberto Primicerj, Comandante delle Truppe Alpine,
insieme alle Autorità civili, militari e religiose del Piemonte.
La “Taurinense”, erede delle Divisioni “Cuneense”
e “Taurinense”, fu costituita a Torino il 15 aprile 1952.
Attualmente l'Unità, che ha sede a Torino, è costituita da:
Comando di Brigata, Battaglione di supporto logistico, tre
Reggimenti di Fanteria alpina (il 2° a Cuneo, il 3° a Pinerolo
ed il 9° a L’Aquila), 1° Reggimento artiglieria da montagna a
Fossano, il Reggimento “Nizza Cavalleria” (1°) a Bellinzago
Novarese ed il 32° Reggimento genio guastatori a Torino.
Nel 1991 la “Taurinense” viene impiegata in
Kurdistan in soccorso della popolazione locale, mentre nel 1992
supporta il processo di pace in Mozambico, sotto l’egida
dell’Onu.
A partire dal 1996 la Brigata ed i suoi Reparti
vengono schierati nelle missioni di peacekeeping nei Balcani,
mentre dal 2003 è l'operazione in Afghanistan a costituirne il
principale impegno, durato fino all'aprile di quest'anno. |
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Intensa attività al Centro di Addestramento
Alpino
Nel periodo 30 luglio - 5 agosto scorso, il 1°
Caporale Maggiore Marco Farina ed il Caporale François
Cazzanelli hanno aperto una nuova via, denominata “Fuga e
ritorno”, sul versante sud delle Petites Jorasses, una zona
selvaggia e di difficile accesso, immersa in un ambiente
straordinario di alta montagna.
“Fuga e ritorno” è una via completa e varia, che
presenta passaggi particolarmente difficili in fessura, su
parete verticale ed in diedro, pari al grado 7°+/6B
obbligatorio.
La via, il cui attacco si trova ad una quota di
circa 300 metri, è stata aperta completamente dal basso in circa
due giorni e si sviluppa per 270 metri e 8 lunghezze di corda
complessive.
Nello stesso periodo, il Caporale Maggiore Scelto
Marco Majori, in compagnia di una guida alpina valtellinese, ha
compiuto l’ascensione al Grand Pilier d’Angle lungo la via
“Divine Providence”, completando l’impegnativo itinerario con la
salita alla vetta del Monte Bianco (4.810 metri).
La via “Divine Providence” è ritenuta una tra le
più difficili vie di alta montagna di tutte le Alpi, perché
alterna le caratteristiche di una via di misto roccia/ghiaccio a
quelle di una straordinaria via di roccia su granito con
difficoltà obbligatorie elevatissime.
Le due importanti ascensioni evidenziano ancora
una volta l’elevatissima preparazione e lo straordinario livello
tecnico raggiunto dal personale del Gruppo di Alta Montagna del
Centro Addestramento Alpino. |
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Il 32° Rgt. interviene a
Biella
Gli artificieri del 32° Reggimento Genio della
Brigata Alpina “Taurinense” hanno neutralizzato ieri due granate
di fabbricazione straniera risalenti al secondo conflitto
mondiale e ancora in buono stato di conservazione, ritrovate
durante i lavori di ristrutturazione di un casale a Graglia
(BI).
Gli artificieri dell’Esercito hanno raggiunto
località Casale Montari nella mattinata, e dopo aver valutato lo
stato degli ordigni, il loro funzionamento e la quantità di
esplosivo presente li hanno fatti brillare mettendo in atto
tutte le misure di sicurezza del caso. Insieme ai due residuati
bellici sono state distrutte alcune cartucce di vario calibro e
le operazioni si sono concluse con successo nell'arco di due
ore.
Gli specialisti dell’Esercito appartenenti al 32°
Reggimento Genio Guastatori, sono organizzati in team di pronto
intervento denominati “EOD”, sigla inglese che sta per
“Explosive Ordinance Disposal” - bonifica di ordigni esplosivi -
compito che assolvono dal 1° aprile del 2006 per tutto il
territorio del nordovest.
Il 32° Reggimento Genio Guastatori costituisce la
risorsa dedicata alla mobilità, contro-mobilità, schieramento e
supporto al combattimento della Brigata Alpina “Taurinense”,
interviene quando richiesto in attività a supporto della
popolazione in caso di calamità naturale ed è una delle sette
unità dall'Arma del Genio che hanno l’incarico esclusivo di
bonificare il territorio nazionale dai numerosi residuati
bellici ancora esistenti e attivi.
Sono già 85 gli interventi effettuati dall'inizio
dell'anno dal Reggimento della “Taurinense” nell’area di
competenza, che copre Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
Le attività degli artificieri del 32° sono
pianificate dal 1° Comando Forze di Difesa con sede a Vittorio
Veneto guidato dal Generale Giovan Battista Borrini, in
coordinamento con le prefetture e le forze dell’ordine locali. |
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I Cadetti di West Point al
6° Rgt Alpini
Si è conclusa il 30 luglio, con l’ascensione alla
ferrata della Torre di Toblin, la due giorni di addestramento a
favore degli Allievi Ufficiali dell’Esercito statunitense.
L’attività ha visto impegnati 5 cadetti dell’Accademia Militare
di West Point e un Ufficiale statunitense, loro accompagnatore,
che da metà Luglio si sono esercitati nelle aree addestrative
della Val Pusteria sotto la guida degli istruttori del 6°
Reggimento Alpini.
I cadetti hanno potuto sperimentare il
combattimento in aree urbanizzate presso l’area addestrativa di
S. Giorgio e la guida sicura in fuoristrada con mezzi tattici
leggeri e medi presso il circuito di Villabassa.
Gli allievi Ufficiali statunitensi, dopo una
breve fase relativa ai materiali e alle procedure per il
movimento in via ferrata presso la palestra d’arrampicata della
Valle di Landro, hanno svolto con successo l’ascensione in
ferrata della Torre di Toblin, nel gruppo dolomitico delle Tre
Cime di Lavaredo.
L'esperienza professionale rientra in un contesto
di collaborazione che da anni vede il Centro Addestramento
Alpino ed il dipendente 6° Reggimento Alpini impegnati in
attività di montagna anche a favore di paesi alleati. |
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Addestramento Warfare in
ambiente alpino
Si è concluso l'ultima settimana di giugno il
primo corso di combattimento in montagna in ambiente estivo
organizzato dal Centro Addestramento Alpino. Le quattro
settimane di intenso addestramento condotte in Valle d’Aosta,
rivolte a personale delle Truppe Alpine, sono l’inizio di un
progetto, a livello NATO, per la realizzazione di un’ampia gamma
di attività addestrative relative al combattimento in montagna
(“mountain warfare”), offerte a livello nazionale dagli stati
membri. A partire dal prossimo corso, che sarà organizzato a
Settembre, è prevista infatti la partecipazione di Ufficiali,
Sottufficiali e Graduati provenienti da Paesi appartenenti alla
NATO.
Tali corsi, differenziati tra estivo ed
invernale, culminano con una fase di sopravvivenza in montagna,
e prevedono specifici moduli addestrativi distinti tra ambiente
di bassa, media ed alta montagna. Proprio quest’ultimo terreno,
riveste un ruolo fondamentale per spingere l’addestramento del
combattente al limite, costringendolo a confrontarsi con tutti i
problemi legati all’alta quota, al cambio repentino delle
condizioni meteorologiche, ai pericoli oggettivi che influenzano
il movimento e lo stazionamento su terreni di roccia, neve,
ghiaccio o misto.
Tutte le attività prevedono anche l’esame delle
capacità fisiche connesse con l’operare in situazioni estreme,
con test biometrici e controlli di saturazione del sangue
durante i repentini cambi di quota.
La Valle d’Aosta permette di operare dai 600
metri di altezza fino ai 4000, consentendo di trovare le
condizioni ideali di quota e di terreno per le varie tipologie
di addestramento richiesto. |
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