Il Gruppo Alpini
di Bra
In questi momenti di crisi economica che rende sempre più difficile la vita per
molte persone, trascorrere il Natale tra le mura domestiche con
la propria famiglia è da considerarsi un regalo bellissimo per tutti
noi. Diverso
era il trascorrerlo nell'infuriare della guerra in trincea
lontani da casa. In questo Natale 2013 vorremmo ricordare con un
episodio avvenuto un giorno di Natale durante la Grande Guerra.
Da giorni farfalle di neve tagliavano il gelido cielo sul
massiccio del Grappa. Erano finite per lo più le grandi
battaglie: il fronte italiano teneva bene. Si erano appena
scontrati gli Alpini del Feltre e quelli di Monte Pavone con gli
uomini del tenente Rommel. Nel mese di novembre le battaglie
sulle cime avanzate del Tomatico, Peurna, Cornella, Roncon e
Prassolan avevano richiesto grossi sacrifici dall'una e
dall'altra parte del campo e molti Feltrini erano morti sul
massiccio del Grappa. Si era perso solo Spinoncia il giorno 11
dicembre; era caduto anche il Valderoa il giorno 17 dopo giorni
di tortura sotto il bombardamento dei devastanti mortai Skoda da
305 mm, che scagliavano 4 quintali di morte ad oltre 11
chilometri.
Si attendeva l'ultima battaglia sul Monte Tomba per consolidare
la difesa di questi ultimi monti sulla pianura veneta.
Ma era Natale... proprio la notte di Natale. La guerra tutti la
sopportavano in qualche modo,senza poter avere alcun entusiasmo.
Foschia. niente luna, nevischio. Quattro baldi alpini decidono
che forse è il caso di festeggiare la notte santa con un po' di
tabacco. Le linee italiane purtroppo non ne erano fornite.
Bisognava cercare altrove, magari cercando di "svaligiare"
qualche sentinella austriaca.
Iniziò l'operazione. Quatti, quatti i temerari giunsero nel nido
di una sentinella austriaca che stava canticchiando una nenia.
Senza colpo ferire venne catturato l'omone avversario. Poco
sotto, nella trincea italiana gli venne illuminato il viso: era
"un vecchione almeno cinquantenne con due mustacchi grigi da
generale". Era tirolese, padre di sei figli e nonno ormai da
tempo. Mostrò orgoglioso la sua famigliola, togliendo da
taschino una foto spiegazzata, ma ben conservata, e raccontò che
loro - gli austriaci - si avevano del tabacco, ma vivevano
stentatamente con poco pane nero.
Gli alpini si guardarono in faccia e in un lampo decisero di
rimandare il vecchio austriaco al proprio posto di
combattimento. Passati alcuni momenti gli alpini videro scendere
davanti alla loro trincea una corda con attaccato un pacchetto
di grossi sigari. C'era anche un biglietto: "Buon Natale"
Staccati i sigari, i nostri attaccarono al capo della corda
tutto il pane racimolato nel loro settore di trincea e vi
infilarono un biglietto con i ringraziamenti. Valeva da "Buon
Natale!".
Il 26 successivo, fantasmagorie di scoppi su tutta la linea del
Montello crearono un grosso allarme da parte italiana. Ma non
era un offensiva! Semplicemente una divisione di magiari
festeggiava il patrono dell'Ungheria, S. Stefano.
Così la guerra diventava un po' più umana
Marco Rech
(da Alpini... Sempre! Dicembre 2004 Anno XXV n. 4 pag.16)
I "Ragazzi del Secondo 66"
augurano a tutti voi e alle vostre famiglie, i più sinceri
auguri di
BUON NATALE E FELICE ANNO
NUOVO
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