I
reparti Alpini dell'Antica Roma
,
in Dalmazia, di un'epigrafe funeraria relativa a Primo,
trombettiere della III Cohors Alpinorum.
L'iscrizione datata al I-II
sec. d.C. e conservata presso il Museo di Serajevo, si può
così interpretare:
«Primo, figlio di Tito,
trombettiere, della stirpe dei Caturigi, soldato della III
Coorte Alpina, visse 48 anni, ebbe la paga per 23. Qui
giace. Per testamento dispose che il sepolcro fosse eretto.
Lucio, sottufficiale e Tullio, veterano, eredi, posero.»
Lo studioso di cose militari romane
può ancora oggi imbattersi in notizie interessanti e
straordinariamente aderenti alla nostra quotidianità quando
consulti documenti storici, analizzandoli con sistemi
critici.
È risaputo come le autorità militari romane facessero
seguire al numero d'ordine dei loro reparti determinati
appellativi aventi significati od origini diverse: ciò
accadeva anche per le unità ausiliarie, costituite cioè da
individui privi di cittadinanza romana.
Queste ulteriori indicazioni potevano avere le più svariate
provenienze: in particolare, per alcune unità, troviamo
ripetuta la denominazione Alpinorum. Il nostro pensiero va
subito alle attuali Truppe Alpine per l'assonanza del
termine e alle implicazioni emotive che tale argomento può
suscitare.
Le Cohortes Alpinorum non furono molto numerose negli
eserciti romani, ma abbiamo la certezza di conoscere sia
quelle effettivamente costituite, sia quelle di cui ci è
rimasta solamente una vaga memoria storica. Esse erano:
● Cohors I Alpinorum equitata: di questo reparto si
sa che era stanziato in Pannonia nell'80, nell'84 e nell'85
d.C.; nella Pannonia inferiore nel 113 etra il 145 e il 160.
Il suo castrum era posto a Lussonium (Dunakömlöd,
Ungheria). Dei suoi comandanti conosciamo P. Clodio Severo,
d'epoca incerta e Tizio Modesto tra il 145 e il 160. Abbiamo
anche la memoria di un ufficiale inferiore, di sottufficiali
e di uno specialista, Flavio Aufino, eques
bucinator, suonatore cioè di buccina, il cui compito era
quello di trasmettere gli ordini a mezzo di segnali sonori.
● Cohors I Alpinorum peditata: divideva con la
precedente il castrum e doveva essere una sorta di suo
reparto appiedato gemello, in quanto anch'essa era stanziata
in Pannonia nell'80, nell'84 e nell'85 e nella Pannonia
inferiore nel 113, nel 167 e tra il 216 e il 247.
● Cohors II Alpinorum (equitata): intorno agli anni
60 aveva sede nell'Illirico e nell'84 venne posta in
Pannonia. Nel 154 era sicuramente stanziata nella Pannonia
superiore, mentre per qualche tempo pose anche il campo a
Cirpi, nella Pannonia inferiore. Due suoi comandanti furono
M. Longino Longo nel 154 e A. Plauzio Bassiano, in epoca
incerta.
● Cohors III Alpinorum: da un diploma militare
d'epoca domizianea si ricava che era stanziata in Dalmazia,
a Narona (Neretva), Clissa e Salonae (Solin).
In epoca tardo imperiale suoi distaccamenti erano nella
Pannonia superiore, a Siscia (Sisak, Yugoslavia) e ad Arnona,
in Arabia. Suo comandante nel 93 fu C. Vibio Massimo e si
conoscono i nomi di alcuni graduati fra cui quello di C.
Bebidio Marcellino, portatore di insegna.
Oltre queste descritte, si conosce l'esistenza di altre
cinque unità delle quali non si è ben certi se siano state
originarie, oppure assimilabili alle precedenti:
● Cohors I Alpinorum: le poche notizie certe su
questa unità la indicano come stanziata nel 60 nell'Illirico
e nel 103 in Britannia mentre, durante il regno di Settimio
Severo, era certamente dislocata a Veczel, in Dacia.
● Cohors III Alpinorum Dardanorum: la Notitia
Dignitatum pone al comando del dux Pannoniae secundae
et Saviae, fra gli altri comandanti, anche un
tribunus cohortis tertiae Alpinorum Dardanorum.
● Cohors XII Alpinorum: si trova menzionata nel
Codice Giustinianeo, ma il numero d'ordine è indubbiamente
corrotto.
● Cohors Alpinorum e Cohors Alpina: di queste ultime
due rimane solamente la menzione.
D'epoca posteriore abbiamo invece la testimonianza di ben
tre legioni alpine la I, II, III legio Iulia Alpina,
dislocate tutte in un vasto territorio ai confini tra la
penisola italica e la Dalmazia. La fonte che ce ne dà
notizia è quel documento ricchissimo di dati civili e
militari del tardo impero, conosciuto come la Notitia
Dignitatum. Essendo tuttavia per la maggior parte dei
casi un elenco di incarichi, di gradi e di reparti
militari, nulla ci dice sugli organici, sull'impiego e sulle
funzioni di queste unità.
La I Iulia Alpina dislocata ai confini orientali dell'Italia
e la II Iulia Alpina, stanziata nell'Illirico, erano legioni
pseudocomitatensi, mentre la III Iulia Alpina, anch'essa in
Italia, ci viene tramandata come reparto comitatense: tutte
e tre quindi facevano parte integrante dell'esercito di
manovra, destinato cioè a combattere anche fuori dei limiti
regionali, ove necessità avessero richiesto il loro
intervento.
Le fonti non ci hanno lasciato praticamente nulla circa
l'impiego delle legioni e delle Coorti alpine che, come
abbiamo visto, erano presenti sin dal periodo medio
imperiale. Possiamo quindi fare solamente delle ipotesi
basandoci sulla loro denominazione e sui luoghi ove
prestarono servizio.
Appare molto problematico poter fare un parallelo fra le
moderne Truppe Alpine e gli analoghi reparti romani. È pur
certo che questi ultimi erano stanziati in territori ricchi
di montagne, ma è altrettanto vero che non troviamo traccia
di corpi Alpinorum presso altri confini impervi e con
impraticabili catene montuose.
Il fatto poi che alcune Cohortes Alpinorum fossero equitatae,
avessero cioè una componente a cavallo, induce a prendere in
seria valutazione l'ipotesi che il loro appellativo
derivasse molto più verosimilmente dal luogo d'origine del
reclutamento dei militi.
Che non si trattasse quindi di unità specializzate solamente
nella guerra in montagna, si ricava anche dalla
considerazione che accanto a questi corpi di «Alpini», i
Romani, già in età medio imperiale, avessero costituito
delle cohortes ausiliarie di Montanorum, la cui
distribuzione geografica appare abbastanza simile alle
precedenti Alpinorum. Li troviamo nel Norico, in Pannonia,
nella Mesia, in Dacia e fino in Giudea.
Ovviamente nulla sappiamo del loro equipaggiamento o su
particolari del loro armamento. È probabilmente vero che in
età tardo imperiale i militi di queste unità combattessero e
fossero dotati di materiali propri delle etnie
d'appartenenza.
Per concludere quindi, benché dislocati in zone
prevalentemente montuose nulla ci fa supporre che i reparti
alpini romani venissero impiegati come truppe specializzate
nella guerra in montagna, né le fonti storiche ci hanno
tramandato fatti d'arme avvenuti in località particolarmente
aspre ed a cui avessero partecipato legiones e cohortes
Alpinorum.
Rivista Militare, Marzo-Aprile 1993
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