N° 3 - 28/03/2013 Foglio di collegamento dei "Ragazzi del 2°/66"
 In questo numero Lettera di Perona

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Lettera del Presidente Nazionale

 

Il presidente nazionale dell'ANA, Corrado Perona, ha inviato una lettera aperta  al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per esprimere i sentimenti di preoccupazione nei riguardi della vicenda dei due Fucilieri di Marina del San Marco, Massimiliano La Torre e Salvatore Girone.

 

 

AUGURI

Il Secondo 66 augura a tutti gli alpini, gli amici ed i loro familiari i più sinceri auguri di una serena Pasqua.

Parliamo di ...

I reparti Alpini dell'Antica Roma
 

, in Dalmazia, di un'epigrafe funeraria relativa a Primo, trombettiere della III Cohors Alpinorum.

L'iscrizione datata al I-II sec. d.C. e conservata presso il Museo di Serajevo, si può così interpretare:

 

«Primo, figlio di Tito, trombettiere, della stirpe dei Caturigi, soldato della III Coorte Alpina, visse 48 anni, ebbe la paga per 23. Qui giace. Per testamento dispose che il sepolcro fosse eretto. Lucio, sottufficiale e Tullio, veterano, eredi, posero.»

Lo studioso di cose militari romane può ancora oggi imbattersi in notizie interessanti e straordinariamente aderenti alla nostra quotidianità quando consulti documenti storici, analizzandoli con sistemi critici.

È risaputo come le autorità militari romane facessero seguire al numero d'ordine dei loro reparti determinati appellativi aventi significati od origini diverse: ciò accadeva anche per le unità ausiliarie, costituite cioè da individui privi di cittadinanza romana.

Queste ulteriori indicazioni potevano avere le più svariate provenienze: in particolare, per alcune unità, troviamo ripetuta la denominazione Alpinorum. Il nostro pensiero va subito alle attuali Truppe Alpine per l'assonanza del termine e alle implicazioni emotive che tale argomento può suscitare.

Le Cohortes Alpinorum non furono molto numerose negli eserciti romani, ma abbiamo la certezza di conoscere sia quelle effettivamente costituite, sia quelle di cui ci è rimasta solamente una vaga memoria storica. Esse erano:

Cohors I Alpinorum equitata: di questo reparto si sa che era stanziato in Pannonia nell'80, nell'84 e nell'85 d.C.; nella Pannonia inferiore nel 113 etra il 145 e il 160. Il suo castrum era posto a Lussonium (Dunakömlöd, Ungheria). Dei suoi comandanti conosciamo P. Clodio Severo, d'epoca incerta e Tizio Modesto tra il 145 e il 160. Abbiamo anche la memoria di un ufficiale inferiore, di sottufficiali e di uno specialista, Flavio Aufino, eques bucinator, suonatore cioè di buccina, il cui compito era quello di trasmettere gli ordini a mezzo di segnali sonori.

Cohors I Alpinorum peditata: divideva con la precedente il castrum e doveva essere una sorta di suo reparto appiedato gemello, in quanto anch'essa era stanziata in Pannonia nell'80, nell'84 e nell'85 e nella Pannonia inferiore nel 113, nel 167 e tra il 216 e il 247.

Cohors II Alpinorum (equitata): intorno agli anni 60 aveva sede nell'Illirico e nell'84 venne posta in Pannonia. Nel 154 era sicuramente stanziata nella Pannonia superiore, mentre per qualche tempo pose anche il campo a Cirpi, nella Pannonia inferiore. Due suoi comandanti furono M. Longino Longo nel 154 e A. Plauzio Bassiano, in epoca incerta.

Cohors III Alpinorum: da un diploma militare d'epoca domizianea si ricava che era stanziata in Dalmazia, a Narona (Neretva), Clissa e Salonae (Solin). In epoca tardo imperiale suoi distaccamenti erano nella Pannonia superiore, a Siscia (Sisak, Yugoslavia) e ad Arnona, in Arabia. Suo comandante nel 93 fu C. Vibio Massimo e si conoscono i nomi di alcuni graduati fra cui quello di C. Bebidio Marcellino, portatore di insegna.

Oltre queste descritte, si conosce l'esistenza di altre cinque unità delle quali non si è ben certi se siano state originarie, oppure assimilabili alle precedenti:

Cohors I Alpinorum: le poche notizie certe su questa unità la indicano come stanziata nel 60 nell'Illirico e nel 103 in Britannia mentre, durante il regno di Settimio Severo, era certamente dislocata a Veczel, in Dacia.

Cohors III Alpinorum Dardanorum: la Notitia Dignitatum pone al comando del dux Pannoniae secundae et Saviae, fra gli altri comandanti, anche un tribunus cohortis tertiae Alpinorum Dardanorum.

Cohors XII Alpinorum: si trova menzionata nel Codice Giustinianeo, ma il numero d'ordine è indubbiamente corrotto.

Cohors Alpinorum e Cohors Alpina: di queste ultime due rimane solamente la menzione.

D'epoca posteriore abbiamo invece la testimonianza di ben tre legioni alpine la I, II, III legio Iulia Alpina, dislocate tutte in un vasto territorio ai confini tra la penisola italica e la Dalmazia. La fonte che ce ne dà notizia è quel documento ricchissimo di dati civili e militari del tardo impero, conosciuto come la Notitia Dignitatum. Essendo tuttavia per la maggior parte dei casi un elenco di incarichi, di gradi e di reparti militari, nulla ci dice sugli organici, sull'impiego e sulle funzioni di queste unità.

La I Iulia Alpina dislocata ai confini orientali dell'Italia e la II Iulia Alpina, stanziata nell'Illirico, erano legioni pseudocomitatensi, mentre la III Iulia Alpina, anch'essa in Italia, ci viene tramandata come reparto comitatense: tutte e tre quindi facevano parte integrante dell'esercito di manovra, destinato cioè a combattere anche fuori dei limiti regionali, ove necessità avessero richiesto il loro intervento.

Le fonti non ci hanno lasciato praticamente nulla circa l'impiego delle legioni e delle Coorti alpine che, come abbiamo visto, erano presenti sin dal periodo medio imperiale. Possiamo quindi fare solamente delle ipotesi basandoci sulla loro denominazione e sui luoghi ove prestarono servizio.

Appare molto problematico poter fare un parallelo fra le moderne Truppe Alpine e gli analoghi reparti romani. È pur certo che questi ultimi erano stanziati in territori ricchi di montagne, ma è altrettanto vero che non troviamo traccia di corpi Alpinorum presso altri confini impervi e con impraticabili catene montuose.

Il fatto poi che alcune Cohortes Alpinorum fossero equitatae, avessero cioè una componente a cavallo, induce a prendere in seria valutazione l'ipotesi che il loro appellativo derivasse molto più verosimilmente dal luogo d'origine del

reclutamento dei militi.

Che non si trattasse quindi di unità specializzate solamente nella guerra in montagna, si ricava anche dalla considerazione che accanto a questi corpi di «Alpini», i Romani, già in età medio imperiale, avessero costituito delle cohortes ausiliarie di Montanorum, la cui distribuzione geografica appare abbastanza simile alle precedenti Alpinorum. Li troviamo nel Norico, in Pannonia, nella Mesia, in Dacia e fino in Giudea.

Ovviamente nulla sappiamo del loro equipaggiamento o su particolari del loro armamento. È probabilmente vero che in età tardo imperiale i militi di queste unità combattessero e fossero dotati di materiali propri delle etnie d'appartenenza.

Per concludere quindi, benché dislocati in zone prevalentemente montuose nulla ci fa supporre che i reparti alpini romani venissero impiegati come truppe specializzate nella guerra in montagna, né le fonti storiche ci hanno tramandato fatti d'arme avvenuti in località particolarmente aspre ed a cui avessero partecipato legiones e cohortes Alpinorum.

 

Rivista Militare, Marzo-Aprile 1993

 

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Croce al Merito a Luca Barisonzi

Il giorno 1 Marzo 2013, il Capo di Stato Maggiore del'Esercito, Generale Claudio Graziano, ha conferito la Croce al Merito dell'Esercito al 1° Caporalmaggiore Luca Barisonzi.


 

 

 

 

Questa foto scattata da Bruno Ferrobraio il 23 marzo 2013 alle ore 10.18. Vuole essere d'augurio per l'arrivo di una primavera che stenta ad arrivare.

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