22 Settembre 2011

 

Foglio di collegamento dei "Ragazzi del 2°/66"

 

SAN MAURIZIO PATRONO DEGLI ALPINI

Un decreto pontificio del 19 luglio 1941, ha dichiarato per mano di Papa Pio XII "San Maurizio martire celeste, patrono presso Dio del Corpo dell'Esercito Italiano denominato Alpini". 

 

San Maurizio, noto anche come Moritz, Morris, o in latino Mauritius (nato a Tebe nel III secolo), è stato un militare romano, venerato come santo dalla Chiesa cattolica. 

 

Secondo le agiografie, sarebbe stato un generale dell'impero romano, a capo della leggendaria legione Tebea egiziano-romana. In seguito si rifiutò di intraprendere azioni punitive contro i cristiani e sarebbe stato martirizzato durante la decima persecuzione di Diocleziano. 

Dai documenti risulta che, nel corso del III secolo la legione, formata da 6666 soldati era quasi interamente composta da cristiani, e normalmente prestava servizio ai confini orientali dell'impero. Nel 300 su richiesta dell'imperatore Diocleziano  venne riposizionata in Gallia a nord delle Alpi. Il compito della legione era di assistere militarmente Massimiano nella difesa contro i Quadi e Marcomanni, barbari che dal fiume Reno tracimavano nella Gallia, e di sottomettere le popolazioni ribelli locali (che in parte si sentivano abbandonate dall'Impero Romano). 

 

I soldati eseguirono brillantemente la loro missione, tuttavia, quando Massimiano, e qui esistono più versioni, secondo una prima, l'imperatore ordinò ai legionari di giurare fedeltà all'impero sull'altare delle divinità, la seconda invece racconta che alla legione fu chiesto di scovare i cristiani che si nascondevano nella zona, ma molti fra i soldati tebani si rifiutarono. Massimiano ordinò una severa punizione per l'unità e, non bastando la sola flagellazione dei soldati ribelli, si decise di applicare la decimazione, una punizione militare che consiste nell'uccisione di un decimo dei soldati, mediante decapitazione. 

 

In seguito vennero ordinate altre azioni dello stesso tipo contro le popolazioni locali, cosa che portò la legione a rifiutare di nuovo il compito repressivo assegnato, anche in seguito all'incoraggiamento del generale Maurizio. Massimiano ordinò quindi una seconda decimazione che i soldati tebani accettarono rassegnati. 

I soldati però restarono fermi nel rifiutare di compiere qualsiasi tipo di violenza contro i loro confratelli cristiani, cosa che portò Massimiano a ordinare che tutti i restanti componenti della legione, venissero massacrati sul posto. Il luogo dell'eccidio, allora noto come Agaunum in Raetia, è attualmente Saint Maurice-en-Valais, in Svizzera, dove si trova un'abbazia dedicata a San Maurizio, l'Abbazia territoriale di San Maurizio d'Agauno. Tra gli scampati all'eccidio vi era Sant'Alessandro, che successivamente divenne vescovo di Bergamo. 

 

Così recitano i più antichi resoconti del martirio, secondo la lettera pubblica di Eucherio, vescovo di Lione (circa 434-450), inviata al suo vescovo ausiliario Salvius. Versioni alternative della storia raccontano che la legione si rifiutò di eseguire gli ordini di Massimiano soltanto dopo aver scoperto che un villaggio che avevano appena distrutto era popolato da poveri e innocenti contadini cristiani, oppure che l'imperatore aveva ordinato la loro esecuzione quando si rifiutarono di offrire sacrifici agli dei pagani romani. 

 

San Maurizio divenne il patrono del Sacro Romano Impero. Nel 926 Enrico I (919-936), arrivò a cedere l'intero cantone svizzero dell'Argovia all'abbazia, in cambio della lancia sacra del santo. La spada di San Maurizio faceva parte del corredo del trono imperiale, utilizzato durante l'incoronazione degli imperatori austro-ungarici fino al 1916. Inoltre alcuni imperatori furono incoronati davanti all'altare di san Maurizio nella Basilica di San Pietro. Nel 929 Enrico I di Sassonia organizzò un incontro della corte reale (Reichsversammlung) nella località di Magdeburgo. Allo stesso tempo venne fondato il chiostro Mauritius Kloster in onore di San Maurizio. Nel 961 Ottone I intraprese grandi lavori di costruzione ed arricchimento della cattedrale di Magdeburgo, che voleva far diventare il luogo della sua futura sepoltura. A questo fine, nel 961 anno dell'incoronazione e venticinquesimo del suo regno, alla presenza di tutta la nobiltà, nella vigilia di Natale, il corpo di San Maurizio venne convogliato a lui (Ottone I) a Regensburg, assieme ai corpi di alcuni dei compagni del santo ed a reliquie di altri santi. Dal loro arrivo a Magdeburgo, queste reliquie vennero accolte con il grande omaggio fornito dall'intera popolazione della città e dei paesani del circondario. Queste spoglie sono ancora venerate nel luogo, per la salvezza della patria. 

 

Maurizio viene raffigurato tradizionalmente nella sua armatura ed in Italia si aggiunge una croce rossa sul suo scudo o armatura. Nella cultura popolare è stato messo in rapporto con la leggenda della Lancia del Destino, che avrebbe portato in battaglia; il suo nome è inciso sulla Lancia Sacra di Vienna, una delle sue reliquie che si sostiene sia la lancia che ferì il costato di Gesù sulla croce. San Maurizio dà il suo nome alla località di vacanza di montagna St. Moritz, così come a numerosi luoghi chiamati Saint-Maurice nei paesi di lingua francese. 

Oltre 650 istituti religiosi dedicati a San Maurizio sono presenti in Francia e in altri Paesi europei. Soltanto in Svizzera ci sono 7 chiese o altari nel Canton Argovia, 6 nel Cantone di Lucerna, 4 nel Canton Soletta, e 1 nel Cantone Appenzello Interno. In particolare tra esse sono degne di nota: la chiesa e l'abbazia di San Maurizio d'Agauno, la chiesa di St. Moritz nell'Engadina e la cappella dell'Abbazia di Einsiedeln. Molti ordini religiosi cavallereschi sono stati costituiti in suo onore, incluso l'Ordine del Toson d'Oro e l'Ordine di San Maurizio. Inoltre, cinquantadue toponimi francesi includono il suo nome. 

 

San Maurizio è considerato il patrono degli Alpini e la sua festività ricorre il 22 settembre.

A San Maurizio è intitolato l'Ordine Cavalleresco dei Santi Maurizio e Lazzaro, istituito nel 1434 da Amedeo di Savoia ancora oggi concesso per otto lustri di servizio militare. Egli ci ricorda che chi è superiore per grado o imbraccia le armi per necessità, deve essere superiore nel sacrificio e nella responsabilità, unendo il valore alla virtù.

 

 

 

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